Mentre eravamo in Guatemala abbiamo deciso di fare una piccola deviazione per andare a visitare le rovine della città Maya di Copan, in Honduras. Sapevamo che ne avremmo viste molte altre nelle settimane seguenti, ma queste sembravano diverse dalle altre. Eravamo inoltre in piena stagione delle piogge, quindi la nostra idea iniziale di bagnarsi nel fiume di Semuc Champey, probabilmente in piena, non ci piaceva più così tanto…
Arrivare a Copan
Siamo arrivati da Antigua, dove avevamo prenotato due posti su un trasporto privato. Devi sapere che i trasporti in Guatemala sono alquanto scomodi. Ci siamo perciò assicurati di avere un mezzo di trasporto che potesse proteggere i nostri zaini dalla pioggia e dove ci potessimo sedere più o meno comodamente per otto ore.
Passare il confine tra Guatemala e Honduras è abbastanza semplice. Porta con te un po’ di soldi per pagare la tassa d’ingresso di circa 3 dollari. Accettano lempiras, dollari e quetzales. Una volta passato il confine arriverai a Copan in pochissimo tempo.
La città di Copan
Copan è una città alquanto piccola, che non offre molto da fare. Infatti ci si viene solo per visitare le rovine o fare qualche attività nella regione. Ma le case colorate e l’atmosfera tranquilla e rilassata sono perfette per una camminata, visitare la piazza principale e i fermarsi alle bancarelle d’artigianato.
Avventure in città
Anche se eravamo in città solo per visitare le rovine, abbiamo avuto un bel po’ di avventure nei due giorni in cui vi ci siamo fermati.
Per cominciare, subito dopo il nostro arrivo ha cominciato a diluviare. Così tanto che l’acqua entrava da alcune fessure sulle tegole sul tetto. Il gestore dell’hotel ci ha quindi dato dei secchi, dicendoci che la sola maniera per risolvere il problema era andare sul tetto, e quindi che sarebbe stato necessario attendere la fine della pioggia.
Poco dopo aver sistemato i secchi (il letto era fortunatamente salvo), la corrente è saltata. Fino al tramonto ci mancava solamente il wifi, ma al calare della notte la situazione si fece più complicata. La corrente era saltata in tutto il quartiere ma fortunatamente il nostro hotel aveva un generatore diesel. I blackout sono più frequenti di quanto immaginiamo.
Si stava facendo tardi e l’elettricità non tornava. Incominciavamo ad essere affamati quindi, armati di torce, uscimmo per andare a cenare in un’altra parte della città dove c’era ancora luce. Dopo una buona cena ad uno stand di cucina locale, mentre stavamo pagando, la corrente saltò anche lì. Non era un grosso problema per noi, ma le persone che ancora aspettavano il loro cibo non sembravano troppo contente. Siamo quindi tornati indietro in una città completamente al buio, eccetto i pochi hotel che usavano un generatore.
Alla scoperta delle rovine di Copan
Ci siamo svegliati presto per essere sicuri di arrivare alle rovine all’apertura. Avevamo due ragioni per farlo: durante la stagione umida, di solito piove il pomeriggio, quindi è meglio cercare di fare il più possibile la mattina. Avevamo poi letto che quando non ci sono troppi turisti è possibile vedere dei bellissimi Ara Macao. Pensavamo che, arrivando presto, i pappagalli non avrebbero avuto tempo di spaventarsi e ne avremmo visti molti di più!
Siamo entrati al sito con un leggero ritardo visto che, a causa del blackout, era impossibile stampare i biglietti. Ma eravamo comunque i primi. Una volta entrati abbiamo visto i famosi Ara Macao volare tra gli alberi subito sopra le nostre teste. Ce n’erano tantissimi!
Eravamo felicissimi perchè non pensavamo di vederne così tanti. Sono grandi e maestuosi e si spostano in gruppo. Un momento magico.
Ci siamo poi spostati alle rovine. Potevamo ancora sentire i pappagalli e, di tanto in tanto, vederne alcuni volare. Inoltre, essendo i soli, ci sentivamo un po’ come i primi esploratori che riscoprirono il luogo. Il sito è alquanto esteso e corrisponde all’antico centro cerimoniale. Ci sono tante statue con delle incisioni davvero impressionanti.
Regole speciali per la visita
Attenzione: non puoi entrare al sito con cibi, animali di peluche o giocattoli di nessun tipo. A quanto pare, molti turisti li mettevano sulle statue per prendere delle foto per Instagram, danneggiando le relique… Ma non ti preoccupare, in caso le puoi lasciare all’ingresso e riprenderle al tuo ritorno.
Un biglietto, due siti
Avremmo voluto visitare il museo, ma bisognava comprare un altro biglietto. Invece, grazie al biglietto che avevamo già, potevamo visitare delle altre rovine non lontane. Sono solo 15 minuti di camminata ma poche persone lo fanno. In quest’altra area puoi visitare le antiche case della classe nobile. Il guardiano all’entrata è stato talmente gentile da accompagnarci e darci un po’ di informazioni sulle case. Per esempio, di solito un morto veniva sepolto sotto il pavimento delle stesse case dove viveva la sua famiglia.
Il guardiano sperava che l’avremmo assunto come guida per il resto della visita. Ma stavamo già camminando da alcune ore e le nostre gambe, così come il nostro portafoglio, pensavano diversamente.
Se decidi di camminare fino al sito archeologico, passerai di fronte a delle teste in pietra ricche di incisioni. Non sono tanto belle quanto quelle all’interno del sito, ma rendono la camminata decisamente più interessante.
Tornare in Guatemala
È davvero facile trovare un taxi collettivo per tornare al confine. Se ne vanno appena riempiti, il che vuol dire ogni 10/15 minuti la mattina presto.
È però impossibile trovare gli orari dei bus dalla parte guatemalteca del confine. Tutti quelli a cui abbiamo chiesto ci hanno solo saputo dare degli orari approssimati e internet non ci ha aiutato. Abbiamo poi scoperto che ci sono abbastanza bus quindi se arrivi la mattina presto sei sicuro di arrivare dovunque tu voglia. Siamo rimasti comunque delusi dall’aver perso un bus diretto per Flores per solo 30 minuti. Abbiamo perciò dovuto cambiare a Chiquimula.
Una risposta a “Una gita in Honduras: le rovine di Copan”