Rapa Nui, anche conosciuta come Isola di Pasqua, è il posto più remoto e isolato sulla Terra. Ci puoi arrivare solo prendendo un aereo, non esattamente economico, da Santiago del Cile o dalla Polinesia. Anche il costo della vita sull’isola è elevato visto che la maggior parte dei prodotti devono essere importati in aereo o nave. Per tutte queste ragioni un viaggio all’Isola di Pasqua dall’Europa risulta essere decisamente caro.
Se, come noi, hai la fortuna di viaggiare in questa parte del mondo, includere una fermata sull’isola è il modo perfetto per limitare l’impatto dei biglietti d’aereo sul tuo budget.
Un’altra maniera è portare con te da mangiare. In caso assicurati che ci sia una cucina nel tuo alloggiamento! Non ci sono problemi a portare cibo sull’Isola di Pasqua ma non è possibile ripartire con frutta o verdura fresche
A partire da quest’anno il governo dell’Isola di Pasqua ha introdotto un limite alle persone che possono raggiungere l’isola. Ricordati che prima di salire a bordo dell’aereo dovrai dimostrare di avere un posto dove stare sull’isola. Una conferma della prenotazione in un albergo va benissimo. Noi siamo rimasti in un camping, l’opzione più economica. Anche se all’inizio non eravamo sicuri della nostra scelta, ci siamo ricreduti grazie ad una cucina, dei bagni e perfino una tenda grandi e spaziose.
Biglietti per il parco
Prima di iniziare la visita vera e propria dovrai comprare un biglietto d’entrata ai siti archeologici.
La buona notizia è che dovrai comprarne solo uno, valido per 10 giorni, che dà accesso a tutti i siti sul’isola. Potrai ritornare quante volte vuoi in ognuno di essi, eccetto due, Rano Raraku e Orongo, che potrai visitare solo una volta. Puoi comprare i biglietti nel centro della città, basta cercare le bandiere bianche e rosse.
La brutta notizia è che i biglietti costano 80 dollari americani l’uno… attento a non perdere il tuo!
Ahu Tahai
Siamo arrivati sull’isola nel pomeriggio e, una volta finito il check-in, mancava solo un’ora al tramonto. Abbiamo quindi deciso di camminare lungo il mare fino a Ahu Tahai. Ahu Tahai è il posto più vicino al centro città dove puoi vedere i moai, le famose statue dell’Isola di Pasqua. È anche l’unico posto dove puoi vedere un moai con gli occhi restaurati. Gli occhi venivano aggiunti all’ultimo momento ma la maggior parte di essi è andata perduta. Ahu Tahai è anche il posto perfetto per guardare il tramonto, con il sole che scende esattamente dietro ai moai. Eravamo così contenti di vedere finalmente i nostri primi moai! E il tramonto era bellissimo!
Tour organizzato
Il secondo giorno sull’isola abbiamo deciso di pagare per un tour. Abbiamo esitato un bel po’ prima di farlo perché non siamo grandi fan dei tour guidati ma era l’unica maniera per capire di più i posti che stavamo visitando. Le spiegazioni che puoi trovare nei vari siti sono infatti molto poche. Volevamo conoscere il più possibile la storia dell’isola!
Abbiamo quindi deciso di fare il tour di una giornata con Rapa Nui Travel, che ci ha lasciato decisamente soddisfatti. Il nostro gruppo non era troppo grande e la guida, Noah, ci ha dato tutte le informazioni che volevamo. Ci ha aiutato ad apprezzare molto di più le visite dei giorni successivi.
Il villaggio e i primi moai
Il tour è iniziato con la visita a un villaggio completamente ricostruito dove abbiamo imparato come si viveva, coltivava e costruivano case nel passato.
Dopo siamo andati a vedere i moai: prima siamo andati ad un sito dove erano tutti caduti come la maggior parte di quelli sull’isola. Tutte le statue in piedi sono state re-erette negli ultimi 30 anni.
Abbiamo poi raggiunto Tongariki, uno dei siti più grandi e famosi, dove puoi trovare 15 moai eretti.
I moai qui sono impressionanti e molto più grandi di quelli che avevamo visto la sera prima: fino a 14 m d’altezza!
Rano Raraku: dove si costruivano i moai
Subito prima di pranzo siamo andati a Rano Raraku, il vulcano dove i moai venivano scolpiti direttamente nella roccia.
Qui si trova la più alta concetrazione di moai, anche se la maggior parte di essi non sono completi. Ci sono circa 397 moai sull’isola, di cui almeno 100 si trovano a Rano Raraku. Puoi trovare moai a diversi momenti della loro costruzione. Alcuni sono ancora nel vulcano, le forme solo abbozzate. Altri si trovano nelle buche dove la schiena e le orecchie venivano ridefiniti. Le buche sono ormai riempite quindi solo le teste sono visibili. Alcuni sono anche sulla strada verso la loro destinazione finale.
Abbiamo parlato delle diverse teorie su come venivano trasportati visto il loro peso di diverse tonnellate. “Camminando”, trascinati con corde o rotolando su tronchi, la maniera con cui venivano mossi per chilometri non è ancora completamente chiara.
Un moai differente
Abbiamo anche visto un moai diverso dagli altri, inginocchiato, lo sguardo diretto verso il cielo. Diverso dagli altri per la forma, ma anche per la posizione, molto più lontana rispetto agli altri moai di Rano Raraku. Non si sa se sia stato scolpito prima o dopo gli altri, o se sia unico nel suo genere o ce ne siano altri come lui, sotterrati. Un altro mistero dell’isola!
Te Pito Kura
Abbiamo poi raggiunto Te Pito Kura per vedere un altro moai. È l’unico moai costruito non per un nobile ma come tributo di una moglie al marito defunto. Il marito era un pescatore che aiutava tutti donando il pesce che gli avanzava. Era così tanto amato che, alla sua morte, tutti contribuirono alla costruzione di un moai in suo onore. Qui puoi anche trovare una pietra “magica” che si dice abbia qualche tipo di potere cosmico. Eravamo, la guida con noi, alquanto scettici ma apparentemente molte persone vengono qui per prendere un po’ di questa energia
Anakena
L’ultimo stop della giornata è stato ad Anakena, l’unica spiaggia dell’isola. Ci sono dei moai anche qui e si dice che sia dove i primi polinesiani sono sbarcati. Siamo arrivati verso le 15 di un giorno soleggiato e la nuotata che ci siamo fatti è stata il modo perfetto per finire il tour!
Noleggiare un auto
Il terzo giorno abbiamo deciso di noleggiare un auto per esplorare i siti che ci mancavano e poterci fermare dove e quanto volevamo. Le piccole Suzuki Jimny, pratiche per 4 persone al massimo, sono di solito noleggiate per 50000 pesos al giorno, ma abbiamo avuto uno sconto grazie al camping dove alloggiavamo. Ricordati di chiedere al tuo hotel se hanno sconti simili su macchine, quad, biciclette o anche tour o show.
Abbiamo noleggiato l’auto per 24 ore, il minimo sull’isola, perfetto se vuoi esplorare durante la giornata e utilizzarla per andare a vedere l’alba il giorno dopo.
Tra i molti posti che abbiamo visitato quel giorno:
- Ana Te Pahu, una caverna dove erano stati coltivati dei banani. Un tipo di giardino alquanto inaspettato.
- Puna Pau, dove i capelli dei moai venivano scolpiti (sì, il bocco rosso sulla loro testa sono dei capelli, non un cappello!).
- I petroglifi, disegni scolpiti nella roccia.
- La costa, ci siamo fermati più o meno ovunque si potevano vedere delle belle onde.
Abbiamo terminato la giornata di nuovo ad Anakena: il posto migliore dove rilassarsi alla fine di una lunga giornata di visite.
Alba a Tongariki
Il giorno successivo ci siamo svegliati alle 5:15 per andare a Tongariki a vedere l’alba. È una cosa molto popolare e ci sono molte persone ogni mattina. Ricorda che in ogni caso il sito non apre prima delle 7. L’alba non era delle migliori ma avere i moai di fronte al sole che sorge è comunque bellissimo. Siamo rimasti là quasi due ore prima di ritornare in città a lasciare l’auto.
Rano Kau e Orongo
Dopo aver lasciato l’auto, visto che era ancora presto e il nostro ultimo giorno sull’isola, abbiamo deciso di camminare fino a Rano Kau. C’è un bel sentiero in salita che in un’ora circa ti porta alla cima del vulcano. La vista al suo interno è impressionante ma è impossibile scendere visto che è un’area protetta.
Abbiamo poi continuato fino al villaggio cerimoniale di Orongo, dove si teneva il rito dell’uomo-uccello. È un luogo alquanto differente dalle altre parti dell’isola e dona l’opportunità di conoscere un’altra delle sue tradizioni.
Sfortunatamente per noi, dopo una camminata sotto il sole, ha cominciato a piovere al nostro arrivo a Orongo. Abbiamo aspettato mezzora perché la pioggia finisse e abbiamo avuto solo dieci minuti per la visita prima che la forte pioggia ricominciasse. Le case erano impressionanti e la vista in una giornata di sole deve essere incredibile. Abbiamo aspettato un po’ prima di scendere ma, visto che la pioggia non accennava a diminuire, abbiamo chiesto un passaggio ad alcuni altri turisti. Dopo tutta quella pioggia il sentiero che avevamo fatto per salire non sembrava più una buona idea.
Spettacolo di danza
Se ne hai l’occasione ti consigliamo di andare ad uno spettacolo di danza tradizionale. Noi siamo andati a quello di Te Ra’Ai e ci è piaciuto un sacco!
All’arrivo ci hanno accolto con un Pisco Sour (o succo di frutta tropicale se preferisci qualcosa di analcolico) e un cucchiaio di ceviche. C’era anche la possibilità di farsi dipingere la faccia con motivi tradizionali.
Lo show inizia con una spiegazione dei costumi tradizionali e come sono fatti: conchiglie, piume di gallo ecc… Subito dopo iniziano le danze e la musica tipiche dell’isola. Lo show è pensato per raccontare la storia di Rapa Nui. Per Caroline c’è stato anche un bonus alla fine, quando è stata invitata a salire sul palco a ballare con altre persone dal pubblico!
Il viaggio all’Isola di Pasqua è stata un’esperienza bellissima. Comprando i biglietti con molto anticipo e portandoci il cibo con noi ci ha permesso di spendere di più per esplorare l’isola. Ci sono molte altre cose da fare sull’isola e ci si può restare tranquillamente qualche giorno in più, ma quattro giorni ti danno la possibilità di conoscere la storia dell’isola e visitare tutti i siti principali.
Cose divertenti:
- Ci hanno invitati a mangiare un ceviche fatto in casa: buonissimo! Il migliore che abbiamo mangiato fino ad ora (potremmo cambiare idea una volta passati in Perù)
- Come in Polinesia, sei accolto all’aeroporto con una collana di fiori, ma il nostro camping ci ha anche offerto una collana con un moai prima di lasciare l’isola.
- Abbiamo camminato per più di un’ora sotto la pioggia battente, al freddo e i locali andavano in giro in bici e maglietta a maniche corte come e niente fosse.
Se vuoi conoscere di più la storia e le tradizioni dell’isola, abbiamo scritto anche un post dedicato solo a questo.
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2 risposte a “Isola di Pasqua: camminando tra i moai”