Tanto tempo fa i vulcani potevano camminare e parlare, proprio come gli esseri umani. Uno di loro, Tunupa, ebbe un figlio, il padre di cui era ignoto. Tutti gli altri vulcani amavano Tunupa e volevano fare da padre al bambino. Un’enorme guerra scoppiò quindi tra di loro. Al suo culmine il bambino venne rapito. Gli dei si infuriarono e tolsero ai vulcani l’abilità di parlare e muoversi. Ma il latte materno di Tunupa, mischiato alle sue lacrime di dolore per la perdita del figlio, continuarono a scorrere creando quello che oggi conosciamo come salar di Uyuni.
La piana di sale (salar) di Uyuni ha un’estensione di 10582 km2, il che la rende il più grande salar del mondo. È ormai diventata una popolare attrazione turistica. L’abbiamo visitata insieme al Sur Lipez, la regione della Bolivia vicina al confine con il Cile.
Come visitare la zona
Il tour per visitare il salar di Uyuni di solito dura circa quattro giorni. Uno di questi giorni è interamente dedicato al salar, mentre durante gli altri esplorerai la bellissima regione del Sur Lipez. Questo tipo di tour può partire da due città diverse: Uyuni o Tupiza. Puoi visitare gli stessi luoghi indipendentemente da dove inizi, la unica cosa che cambia è l’ordine con cui li vedi.
Visto che siamo entrati in Bolivia dal nord dell’Argentina abbiamo cominciato il tour da Tupiza. Qui puoi trovare tante agenzie di viaggi diverse. Abbiamo deciso di visitare il salar di Uyuni in quattro giorni e tre notti con La Torre tours. Hanno anche un hotel quindi è facile partire per il tour con loro la mattina presto.
Il prezzo del tour include una guida/autista/meccanico e vitto e alloggio lungo il percorso. I pasti sono preparati da un cuoco, con cui dividi l’auto. La nostra cuoca ha preparato un sacco di piatti locali, sempre deliziosi.
Giorno 1: San Antonio de Lipez
Il primo giorno si macinano molti chilometri. I panorami sono fantastici e, in normali condizioni climatiche, l’autista si fermerebbe molte volte per darti l’opportunità di fare milioni di foto.
Sfortunatamente, il vento fortissimo e il freddo non ci hanno spinto più di tanto fuori dall’auto.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto la città fantasma di San Antonio de Lipez, a 4800 m. Era stata creata dagli spagnoli che trasportarono schiavi da tutto il cono sud (Bolivia, Cile, Argentina, Paraguay, Uruguay) per lavorare come minatori. Qui si estraeva argento fino a che si diffuse una terribile epidemia. Gli spagnoli scapparono e gli schiavi si spostarono a valle per allevare lama.
Giorno 2: Laghi e sorgenti termali
Il giorno comincia con la visita alla laguna Kollpa, un ricco deposito di borace. Successivamente siamo andati al deserto di Dali. Non ti aspettare cose come orologi che si sciolgono, è un semplice deserto con delle grosse pietre solitarie. A quanto pare potrebbe stare benissimo in un quadro di Dali.
Lungo la strada siamo anche riusciti a vedere il vulcano Licancabur, lo stesso che vedevamo da qualsiasi parte mentre esploravamo San Pedro de Atacama. Non ci eravamo accorti di essere così vicini al confine con il Cile!
La tappa successiva era la laguna Verde, anche se non era poi così verde in quel momento. La perdita di colore era dovuta alle basse temperature che avevano fatto gelare il lago. Il colore è dovuto alla presenza di elementi come l’arsenico. Non farti il bagno là, l’acqua è altamente tossica.
Per il bagno, aspetta di arrivare alle sorgenti termali della laguna Hedionda. Ci sono due piscine, una a 37 gradi e una a 25. Faceva freddo ed era difficile decidersi a spogliarsi ma, una volta nell’acqua, era bellissimo scaldarsi guardando le montagne e la laguna intorno a noi.
Nel pomeriggio siamo andati a vedere i geysers a 5000 m. Erano belli, con un forte odore di zolfo e tanto vapore, ma dopo aver visto i geyser del Tatio le nostre aspettative erano un po’ troppo alte…
Giorno 3: formazioni rocciose e la laguna Colorada
Abbiamo cominciato la giornata visitando alcune formazioni rocciose davvero particolari. Create da movimenti tettonici e modellate dal vento, abbiamo visto coppe del mondo, un dromedario, cuori spezzati e molte altre rocce perfette per l’arrampicata.
Abbiamo visitato anche Italia Perdida, un labirinto di pietra. Il nome proviene da un gruppo di italiani che si avventurarono soli nella zona per fare delle foto notturne. Si persero tra le formazioni rocciose e chiesero aiuto, battezzando così l’area.
Siamo poi andati a camminare alla laguna Negra. È un lago stupendamente nascosto tra piccoli canyon. Crediamo di aver visto solo una piccola parte di tutto la laguna, era veramente grande!
Nel pomeriggio siamo arrivati alla laguna Colorada. È di una bellezza mozzafiato: bianco, rosso, rosa, verde e giallo tutti presenti in un singolo lago. Ma non solo, è anche la casa di tanti fenicotteri!
Quando ci siamo arrivati la maggior parte dei fenicotteri era già migrata verso paesi più caldi, ma abbiamo avuto la fortuna di vedere una famiglia di vicugne da vicino: una bella consolazione.
Al tramonto siamo arrivati al salar di Uyuni. L’acqua che lo copre fino ad aprile si era già seccata perciò non c’era l’effetto specchio. Ma l’enorme distesa bianca è già impressionante di suo.
Quella notte abbiamo dormito in un hotel di sale. Tutto era fatto di sale: colonne, tavoli, letti… Fortunatamente le coperte erano di semplice lana.
Giorno 4: il salar di Uyuni
Ci siamo svegliati alle 4 per raggiungere l’isola Incahuasi, una piccola isola nel salar. È ricoperta di cactus ed è un posto molto popolare per vedere l’alba. Non ci sono strade sul salar, quindi il nostro autista si orientava grazie a dei segni di pneumatici sul sale e alle forme appena visibili dei vulcani in lontananza. Incredibile. Ma ci è riuscito alla perfezione visto che siamo arrivati all’isola in tempo. Faceva suuuuper freddo, ma lo spettacolo meritava veramente la pena.
Dopo colazione siamo andati a fare le tradizionali foto in prospettiva. Ci siamo divertiti per quasi due ore, provando tutte le pose possibili. Alla fine ci siamo diretti al posto dove si trovano le bandiere da tutti i paesi del mondo, vicino al monumento per la Parigi-Dakar, anche se non ci ha impressionato molto.
L’ultimo stop del tour è il cimitero dei treni di Uyuni. L’abbiamo trovato alquanto deprimente, anche perché alcune tag imbrattavano molti dei treni. Ma almeno su di uno c’era un graffito veramente bello.
Subito dopo la guida ci ha lasciato a Uyuni, e il nostro fantastico tour era giunto al termine.
Dovrei iniziare da Uyuni o Tupiza?
Come dicevamo all’inizio, in entrambi i casi vedresti le stesse cose. Ci è davvero piaciuto iniziare da Tupiza perché il resto del tour è tutto in crescendo. Infatti ogni giorno è stato migliore del precedente, con l’apoteosi dell’ultimo giorno passato sul salar. Cominciando da Uyuni il tour è fatto nel senso opposto. Pensiamo che così possa risultare noioso verso la fine. Dovrai inoltre passare almeno la notte prima della partenza in una delle due città. Abbiamo trovato Uyuni estremamente sporca e totalmente mancante di charm. Tupiza, anche se non è esattamente bella, era comunque migliore. Perciò il nostro consiglio è di cominciare da Tupiza a meno che non ci siano altri motivi.
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