San Ignacio, nella regione di Misiones in Argentina, è famosa per la presenza di una missione gesuita ora in rovina. È anche un’ottima base di partenza per esplorare altre rovine nella zona e per conoscere meglio i guarani, la popolazione indigena della regione.
Per raggiungere San Ignacio abbiamo preso un bus da Puerto Iguazù. Fortunatamente è stato un viaggio breve, solo cinque ore.
Il terminal del bus si trova non lontano dal centro della cittadina. Nonostante ciò, visto il caldo e il peso degli zaini, siamo stati contenti di ricevere un passaggio dal nostro anfitrione di Airbnb. Ci ha anche mostrato i punti d’interesse di San Ignacio, in questo modo, più tardi, è stato davvero facile orientarci. Dopo un veloce pranzo ci siamo subito diretti alle rovine di San Ignacio Miní.
Le rovine di San Ignacio Miní
San Ignacio Miní è solo una delle numerose missioni create dai gesuiti nell’area. Il biglietto d’entrata costa 230 pesos, circa 5.5€. La visita comincia con due piccoli musei dedicati alla storia delle missioni e alle tradizioni del popolo guarani.
Le missioni vennero create dai gesuiti con lo scopo di convertire i guarani al cattolicesimo. All’interno di queste comunità il rapporto tra colonizzatori e indigeni era diverso da qualsiasi altro dell’epoca. Tutti lavoravano per il bene comune. Le giornate erano rigidamente divise tra i diversi compiti e l’arte svolgeva un ruolo importante nella vita degli abitanti. Inoltre tutti i bambini ricevevano un’istruzione. Per i guarani, vivere in una missione era un modo per sfuggire ai rapimenti, principalmente per mano dei portoghesi, e alla schiavitù. Pagavano però questa sicurezza con la rinuncia forzata al loro stile di vita nomade.
Le missioni prosperarono per molto tempo fino a che, nel 1767, i gesuiti vennero cacciati dal paese. Negli anni successivi i guarani abbandonarono gli insediamenti per tornare al loro stile di vita precedente.
La prima area visitabile delle rovine è quella dove i guarani abitavano. Ogni famiglia aveva la propria casa, della grandezza più o meno di un monolocale.
Successivamente si arriva alla grande piazza centrale. Era circondata da officine, un ospedale, gli alloggiamenti dei gesuiti e un cimitero. La parte di maggior impatto si trova dalla parte opposta della piazza: la vecchia chiesa. L’imponente porta d’entrata è ben preservata, cosi come lo sono le spesse mura esterne.
Abitualmente alla sera si può assistere ad uno spettacolo di luci e suoni, ma sfortunatamente era stato sospeso a tempo indeterminato.
Il parco Teyù Cuare
Il secondo giorno a San Ignacio abbiamo fatto un’escursione di tre ore con una guida, Adrián, dell’agenzia Tierra Colorada Turismo nel parco Teyù Cuare, “grotta delle lucertole” in lingua guarani. Abbiamo camminato in mezzo alla foresta fino a raggiungere diversi punti panoramici sul fiume Paranà e, dall’altro lato, sul Paraguay. Adrián ci ha parlato della storia del parco, da quando i gesuiti lo utilizzavano come luogo per i ritiri spirituali e per prelevare le rocce rosse per costruire le missioni, fino ai giorni nostri. Negli ultimi anni una diga a valle sta lasciando passare molta acqua, con il risultato di sommergere buona parte delle rive del fiume.
Adrián ci ha inoltre presentato la flora locale, mostrandoci quali piante erano usate dai guarani come medicinali o come strumenti. Abbiamo parlato anche degli animali che vivono nel parco: lucertole, tarantole, armadilli, serpenti, a volte anche giaguari e molti altri ancora! Sfortunatamente siamo riusciti a vedere solo alcune farfalle e uccelli, tra cui una grossa aquila!
La comunità guarani
Finita la camminata siamo andati in una comunità guarani. Anche se all’inizio ci sentivamo fuori posto, come se stessimo violando la loro privacy, ma all’arrivo del capo le cose sono cambiate. Ci ha parlato di come vivono le comunità guarani oggi.
I guarani ormai non ricevono più molte sovvezioni dallo stato e inoltre il loro territorio sta diventando sempre più piccolo. Per poter comprare tutto cio che non possono produrre vendono degli oggetti fatti a mano. La maggior parte di loro parla solo il guarani. Parte dei soldi pagati all’agenzia per l’escursione è donata alla comunità. Se vuoi saperne di più sul popolo guarani e la loro storia, leggi il nostro articolo a loro dedicato (in preparazione).
Le ultime ore a San Ignacio
A fine escursione Adrián ci ha riportati in centro città. Quando li abbiamo chiesto un consiglio su dove poter mangiare, alla fine di una lunga lista, ci ha detto “quel posto ha solo i servizi di base, lo usano solo i locali per pranzare” “Perfetto per noi!”. Empanadas buonissime!
Ci siamo appoggiati a Tierra Colorada Turismo anche per comprare i biglietti del bus per Buenos Aires. In Argentina dovresti sempre comprare i tuoi biglietti in un’agenzia o alla stazione dei bus. Il prezzo che trovi in internet è pieno ma puoi quasi sempre trovare sconti o promozioni se chiedi direttamente. Abbiamo risparmiato un bel po’ di soldi facendo così!
Abbiamo avuto anche il tempo di parlare con Maicol, il creatore di Tierra Colorada Turismo. L’agenzia offre diverse altre escursioni. Ad esempio, una prevede una giornata in Paraguay per vedere altre missioni gesuite, comprendente barca e pranzo.
Maicol ci ha detto che tutti gli impiegati sono persone del luogo, successivamente addestrate come guide. La maggior parte dei turisti che arriva a San Ignacio si ferma solo a visitare le rovine per poi andarsene immediatamente. Con l’agenzia sta cercando di creare un’offerta che porti il turista a rimanere più giorni, aiutando così l’economia locale. Ci è piaciuta molto l’interazione che abbiamo avuto con l’agenzia e raccomandiamo vivamente le loro escursioni.
E finita la piacevole conversazione, di nuovo sul bus. Questa volta per 15 ore, fino a Buenos Aires.