Cusco era la capitale dell’impero Inca. Dopo la sua caduta per mano degli spagnoli, l’ultima resistenza si rifugiò sulla catena montuosa di Vilcabamba, stabilendovi una nuova capitale. L’accesso alle montagne era però controllato da un’altra città: Choquequirao, ‘la culla dell’oro’.
Oggi le rovine di Choquequirao possono essere visitate, ma solo dopo una dura camminata di due giorni. Essendo difficile da raggiungere, è rimasto fuori dai tipici giri turistici, perciò non ti aspettare di incontrare la folla che vedi a Machu Picchu! Anche se la situazione sta lentamente cambiando a causa dei gruppi organizzati. Inoltre c’è il progetto di costruire una teleferica che ridurrebbe il tempo per raggiungere Choquequirao a 15 minuti. E così la magia di avere un’intera città inca praticamente tutta per te sarà definitivamente scomparsa.
La bellezza del trek a Choquequirao, unita alla sfida che rappresenta e all’idea di un’imminente massificazione della visita ci hanno convinto a farlo. Abbiamo cominciato immediatamente dopo il Salkantay, prendendoci solo due giorni per i preparativi.
Preparativi per la camminata a Choquequirao
Lungo il percorso non ci sono hotel, solo campeggi a 5 soles per notte. È perciò obbligatorio munirsi di tenda. Alcune delle notti si passano a circa 3000 m, quindi un sacco a pelo caldo potrebbe essere utile.
In praticamente ogni campeggio hai la possibilità di comprare colazione, pranzo e cena. La più grande eccezione è il campeggio Choquequirao, il più vicino alle rovine. Siccome volevamo davvero dormire là, abbiamo finito per portarci anche una piccolo fornello e stoviglie. Le abbiamo utilizzate lungo tutto il percorso, insieme al cibo che avevamo comprato a Cusco. A te la decisione vale la pena portarsi dietro il peso aggiuntivo o no. Le colazioni lungo il percorso costano circa 4 soles mentre gli altri pasti ne costano 10.
Non avevamo nessun equipaggiamento quindi abbiamo deciso di noleggiarlo. Ci sono molti negozi che noleggiano attrezzatura in Cusco ma abbiamo deciso di affidarci a Speedy Gonzalo. I loro prezzi sono veramente ottimi e si paga per trek, non per giorno, il che ci dava un po’ più di flessibilità per il ritorno. Noleggiare due sacchi a pelo e materassini gonfiabili, una tenda per due, un fornello, piatti e pentole, più il gas (quest’ultimo lo abbiamo dovuto comprare) per tutto il trek ci è costato 184 soles. La qualità di ogni singolo pezzo di equipaggiamento ci ha lasciato completamente soddisfatti.
Il sentiero
Il trek a Choquequirao è molto facile da seguire: c’è solo un sentiero e nessuna deviazione significativa. Cominciando dal punto panoramico di Capuliyoc, il sentiero scende la valle fino al fiume Apurimac e poi risale dall’altro lato fino a raggiungere le rovine. Questo è tutto. Anche se, nascoste dietro questa semplice descrizione, ci sono molte più difficoltà.
Come arrivare
Puoi arrivare a Capuliyoc, l’inizio del sentiero, con i trasporti pubblici. Al terminale dei bus di Cusco, cerca un bus che si fermi a “Ramal de Cachora”. Noi ne abbiamo trovati due, delle compagnie Ampay e Bredde. Entrambi partono alle 6 di mattina e costano 20 soles. Noi abbiamo preso il bus di Ampay, anche se i bus Bredded parevano migliori. In ogni caso, assicurati di dire al conducente dove vuoi scendere.
Una volta arrivato al Ramal de Cachora, troverai più di un taxi ad attenderti. A questo punto dovrai scegliere tra iniziare a camminare a Cachora o a Capuliyoc, risparmiandoti un po’ di chilometri. Il sentiero da Cachora a Capuliyoc passa attraverso un bosco al principio, ma poi si riunisce velocemente alla strada. Abbiamo quindi deciso di saltare questa prima parte e prendere il taxi fino a Capuliyoc. L’abbiamo diviso con un’altra coppia, spendendo 15 soles a testa.
Una volta a Capuliyoc, assicurati di comprare il biglietto per entrare alle rovine (include anche la possibilità di utilizzare l’ultimo campeggio). Può essere comprato all’ultima casa prima dell’inizio del sentiero e costa 60 soles.
Se vuoi rendere la camminata più semplice puoi noleggiare, qui o a Cachora, un mulo e un mandriano. A quanto pare un mandriano va pagato 50 soles al giorno e la stessa somma va pagata per ogni mulo. Noi ne abbiamo fatto a meno però se non sei abituato a camminare con uno zaino pieno ti invitiamo a pensarci su.
Giorno 1: Discesa
Siamo arrivati a Capuliyoc verso le 11 e abbiamo cominciato a camminare una volta comprati i biglietti. Il sentiero scende abbastanza rapidamente. Parti ripide a zigzag si susseguono intervallate da pendenze più dolci, scale e grandi pietre. Tutta la discesa è fatta sotto un sole cocente. Non c’è un minimo di ombra, quindi ricordati di mettere la crema solare e bere spesso.
Dopo quattro chilometri raggiungerai Cocamansana, il primo campeggio sul percorso. Assicurati di riempire la borraccia, rinfrescarti e metterti del repellente per insetti: le punture dei tafani non sono affatto divertenti.
Continuando a scendere ti renderai conto che la temperatura sta lentamente aumentando e che quel poco di vento che c’era in cima sta scomparendo. Dopo aver percorso altri 3 chilometri al caldo abbiamo raggiunto Chiquisca e ci siamo fermati a pranzare. Se vuoi puoi anche comprare del cibo e fermarti per la notte. Noi abbiamo continuato per altri 2 km fino a raggiungere il fiume.
Subito prima del ponte sul fiume Apurimac c’è un altro campeggio chiamato Playa Rosalina. Eravamo così stanchi per la sveglia all’alba e soprattutto per il caldo che abbiamo deciso di fermarci lì per la notte. Sfortunatamente la temperatura non scende più di tanto durante la notte e ci sono un sacco di zanzare e altri insetti che pungono. Se le tue gambe se la sentono sarebbe meglio se continuassi fino a Santa Rosa. Anche se questo significherebbe aggiungere 2/3 ore di ascesa ripida alle 4 di discesa che ti sei appena fatto, quindi pensaci bene.
Giorno 2: Choquequirao
Per cercare di scappare dal calore ci siamo svegliati alle 4 per cominciare a camminare alle 5. Vicino al fiume l’afa era insopportabile anche così ma, una volta saliti, la temperatura ha cominciato a scendere abbastanza velocemente. Ad un certo punto, prima di Santa Rosa Alta, abbiamo quasi pensato di metterci una maglia. Il sole illumina questo lato verso le 11 (in inverno) e c’è molta più vegetazione, quindi si riesce a camminare per molto tempo all’ombra.
Il sentiero da questa parte è ripido, anche di più che dall’altra. Ci sono anche un bel po’ di false cime lungo la strada che possono influire negativamente sul morale. Continua a passare i tornanti fino a raggiungere prima Santa Rosa Baja e, 20 minuti dopo, Santa Rosa Alta. In entrambi i posti ci sono dei campeggi, anche se quello in Santa Rosa Alta è la casa di una donna che si occupa anche di un campeggio a Marampata e potrebbe non essere là per aprirlo e preparare cibo, quindi prudenza.
Dopo una sosta a Santa Rosa abbiamo continuato a camminare per altre due ore fino a raggiungere Marampata, un villaggio con molti posti dove dormire e mangiare.
Abbiamo pranzato presto in una delle ultime case del villaggio per poi continuare fino al campeggio sotto le rovine di Choquequirao. Ricorda che il campeggio è gratuito (beh, incluso nel prezzo del biglietto d’entrata) ma non è possibile comprare cibo una volta là. Pensavamo di aver finito di camminare per la giornata ma per raggiungere quest’ultimo campeggio bisogna comunque camminare per un’ora e mezza tra continui saliscendi.
Durante quest’ultima parte abbiamo cominciato a capire la vera estensione delle rovine: gli edifici in alto, le enormi terrazze in basso. È stata un’emozione incredibile!
Siamo arrivati al campeggio, abbiamo tirato su la tenda e siamo subito andati ad esplorare le rovine. In venti minuti eravamo a Pikiwasi, un quartiere residenziale. Abbiamo poi proseguito fino alla casa sacerdotale e l’Ushnu, una spianata cerimoniale ovale circondata da un piccolo muro in cima ad una collina. Dall’Ushnu si ha una bellissima vista sulla piazza principale.
Una volta raggiunta la piazza principale abbiamo deciso di visitare le terrazze dei lama. Queste terrazze sono famose per la presenza di lama e altre figure, realizzate usando delle pietre bianche in posti appropriati. Per andarci bisogna scendere, per un totale di un’ora in più di camminata. Una volta raggiunte le terrazze ci siamo però fermati, per le nostre povere gambe e perché l’ora di chiusura, le 17, era vicina. Ma sei hai tempo e energia puoi raggiungere un punto panoramico direttamente di fronte alle terrazze stesse. Il miglior momento della giornata per la visita è sicuramente il pomeriggio, quando il sole le illumina completamente.
Siamo poi ritornati al campeggio per lasciare il resto dell’esplorazione al giorno dopo. Avevamo messo la tenda nel posto perfetto per avere una vista spettacolare sulla valle che ci siamo goduti mentre riposavamo dopo la lunga giornata.
Giorno 3: Le rovine di Choquequirao e il ritorno
Alle 7 di mattina, all’apertura, eravamo nella piazza principale, completamente soli. Abbiamo avuto il tempo di esplorare questa parte insieme ai magazzini (qolqas), alll’acquedotto e alle scale giganti nel settore superiore. Non abbiamo però finito la visita di tutto il complesso: alcuni dei siti sono abbastanza lontani e dovevamo salvare un po’ di forze per il ritorno.
Abbiamo così cominciato a ritornare, fermandoci per pranzo nell’ultimo campeggio di Marampata, gestito da una donna di nome Julia. Parlando con lei abbiamo accennato al fatto che volevamo fermarci a dormire a Santa Rosa Alta. Lei ci ha informato che era casa sua, chiedendoci di pagare in anticipo e permettendoci di entrare e accamparci. Non è mai scesa quindi, se non hai con te del cibo, ti sconsigliamo di fermarcisi.
Ci siamo fermati presto a Santa Rosa Alta per due ragioni principali: non volevamo sforzarci troppo prima dell’ultimo giorno e non volevamo dormire di nuovo a Playa Rosalina.
Giorno 4: Successo
Ci siamo di nuovo svegliati alle 4, con l’idea di passare la notte a Cocamansana. La discesa al fiume è veloce: la pendenza del sentiero è talmente elevata che sono le tue stesse gambe a chiederti di accelerare. Al buio stai però attento a non inciampare su delle pietre sconnesse.
In un’ora eravamo al ponte e, un’ora dopo ancora, stavamo facendo colazione a Chiquisca. Anche se il sole non era ancora uscito, salendo questi ultimi due chilometri abbiamo sudato tantissimo. Dopo Chiquisca siamo stati tanto fortunati da avere delle nuvole a bloccare il sole. In due ore, alle 9, eravamo a Cocamansana. Nessuno dei due voleva fermarsi così presto e abbiamo quindi deciso di continuare fino alla fine, a Capuliyoc.
È stata veramente dura, specialmente l’ultima ora. Le gambe pesavano tonnellate e la fine sembrava sempre lontanissima. Ma, verso le 13, ce l’abbiamo finalmente fatta! Eravamo così fieri di noi! Avevamo finito il Choquequirao in 4 giorni!
Come tornare a Cusco
Se hai fretta, fino all’ora di pranzo puoi trovare alcuni taxi che possono portarti direttamente a Cusco. Ci hanno offerto 250 soles per entrambi, che siamo riusciti a far abbassare a 200, anche meno se ci sono più persone nella stessa auto.
Noi eravamo in anticipo rispetto ai nostri piani quindi ci siamo fermati a Capuliyoc. Qui puoi usare la tua tenda (5 soles) o fare come noi e prendere una delle capanne in legno con vista alla valle (15 soles per letto). Il proprietario è molto gentile e cerca di aiutarti in ogni maniera possibile. Dopo una veloce doccia fredda ci siamo rilassati sulle amache e altalene.
La mattina dopo eravamo pronti verso le 8. Più o meno a quell’ora infatti arrivano i bus che lasciano i nuovi turisti e poi tornano a Cusco. Puoi provare a negoziare un passaggio con alcuni di questi bus. Il prezzo di partenza per noi era di 60 soles, che abbiamo abbassato a 50. Puoi probabilmente abbassarlo fino a 30 o meno, dipendendo dalla grandezza del bus e da quante persone ci sono a bordo. E così, quattro ore dopo eravamo in plaza de Armas.
Per non perdere nessuna delle nostre avventure, iscriviti alla nostra newsletter mensile!